Alla luce delle recenti notizie sull’enorme sviluppo degli investimenti in criptovalute, cerchiamo di fornire con questi brevi note esplicative, quelle che sono gli adempimenti fiscali cui devono soggiacere i contribuenti, fiscalmente residenti in Italia.

Innanzitutto va fatto un distinguo tra gli investitori che operano per il tramite di Etf (Etn in Europa) e chi  invece investe direttamente sui criptoasset.

Nel primo caso non rileva che il sottostante appartenga alla criptosfera e, pertanto, si ricade nell’ambito delle tradizionali regole sui fondi. Sugli Etn europei è applicata l’aliquota del 26% sul provento realizzato tramite il fondo. L’adempimento dell’obbligo è a carico del fondo stesso se l’istituto finanziario è stabilito in Italia. Quando, al contrario, l’investitore utilizza un istituto straniero sarà lui a doversi fare carico degli obblighi fiscali nella propria dichiarazione fiscale.

Nel momento in cui l’investimento è realizzato direttamente sui criptoasset manca un’apposita disciplina legislativa anche se l’Agenzia delle entrate ha inquadrato le cryptocurrency, ai fini fiscali, nelle valute estere la cui imposizione fiscale, nell’ipotesi di una plusvalenza, è colpita dall’aliquota sulle rendite finanziarie del 26%. Il pagamento, che deve essere realizzato nella dichiarazione dei redditi, prevede però una franchigia per i piccoli investitori di 51.645,69 euro detenuto per almeno sette giorni lavorativi consecutivi.

Si segnala infine che il detentore degli asset in oggetto, nell’ambito del cosiddetto monitoraggio fiscale, è tenuto alla compilazione del quadro RW della dichiarazione dei redditi, anche se non è stata realizzata alcuna plusvalenza. Esiste il dubbio sul valore da attribuire alle cryptocurrency da dichiarare in RW; a questo proposito è intervenuta la Direzione regionale della Lombardia che con un interpello del 2018 la Direzione regionale della Lombardia ha affermato che le criptovalute dovrebbero essere iscritte a valore di mercato.

Si ritiene però da più parti che l’indicazione non sia condivisibile in quanto le cryptocurrency, vengono scambiate su piattaforme virtuali ad oggi non assimilabili ai mercati regolamentati e che pertanto debbano essere valorizzate nel quadro RW al loro costo d’acquisto.

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